DEMO VINCITRICE DEL FESTIVAL INVENTARIA 2022 – ROMA
In base ai dati dell’ ISS la pratica del gioco d’azzardo dal 16,3% del periodo prepandemico è scesa durante il periodo di lockdown al 9,7% per poi risalire al 18% nel periodo di restrizioni parziali. Assistiamo ad un aumento preoccupante soprattutto fra i giovani. Nel 2020 il 42% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha sperimentato giochi d’azzardo, sviluppando nel 9% dei casi pratiche di gioco problematiche, con ripercussioni negative sulla sfera socio-emotiva e relazionale (dati rilevati dall’Osservatorio Nomisma). “La forte relazione trovata tra situazioni di disagio emotivo e comportamenti di dipendenza richiede politiche urgenti per impedire che le popolazioni vulnerabili aumentino e sviluppino una grave dipendenza dal gioco” sostiene Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale Dipendenze e Doping.
Traendo spunto dalla vicenda reale di un’anziana signora che perde 800 mila euro al gratta e vinci e non ha più soldi per le cure racconto la tragicommedia di Linda, vittima del gioco d’azzardo e ricerco quali siano le pulsioni che spingono la protagonista a giocare: inadeguatezza, inettitudine, vuoto? Desiderio di possesso? Possibilità di cambiare “senza sforzo” lo status sociale? Necessità di sentirsi viva e di uscire dal tran tran quotidiano? L’anima del giocatore, qui incarnata in un puppet dalle dimensioni umane, alterna l’esaltazione della vittoria all’umiliazione della perdita, sentimento ben più forte a cui, inconsapevolmente, anela. Il giocatore compulsivo è “destinato” a perdere, arriva a mentire a se stesso e agli affetti più cari pur di illudersi in prospettive fittizie di vincita. E’ possibile una via d’uscita quando si diventa a tal punto schiavi del demone del gioco?
Quali sono le possibilità che ci vengono offerte dalla marionetta portata? I pupazzi vivono il paradosso di attraversare di continuo il confine tra agire ed essere agiti; allo stesso modo è Linda che gioca ma è il demone del gioco a manovrarla. Scelgo di utilizzare un puppet, costruito da Michela Marrazzi, perché i giocatori patologici si trasformano in veri e propri pupazzi in balia della loro dipendenza, come se non fosse più padroni di se stessi, della loro vita.
Questo tema mi tocca a livello personale: ho vissuto le ripercussioni derivate dal fatto che mio padre è (stato) un giocatore patologico e conosco il disagio, il senso di perdita, la rabbia, la frustrazione provata dai giocatori e dalle loro famiglie.
Linda gioca ma in realtà è giocata ella stessa con la sua anima al tavolo della vita. E’ un personaggio che brama ardentemente non il denaro ma il rischio, ogni giocatore è dipendente dal rischio e dall’adrenalina che si produce nel gioco. La sua anima stride con quella che è la sua natura spirituale e per questo arriva a perdere tutto… affinché possa ritrovare sé stessa, aldilà di quello che è l’apparenza e il senso comune, lei ha da ritrovare nella perdita l’unico elemento che la può salvare, se è ancora possibile: la voce interiore.
Link video promo: https://youtu.be/olIEL-wwPBk
Idea e interpretazione di Esther Grigoli
Drammaturgia, regia e voice over di Valentino Infuso
Puppet costruito da Michela Marrazzi
Si ringrazia Francesco Bocchi
Una produzione di Opificio Hermes / Porto X